Il Circolo
LETTURA ITALIANA E STRANIERA, INFORMATICA E VARIE
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CAMPIELLO 2010 A MICHELA MURGIA CON ACCABADORA - da Salvatore Armando Santoro A MICHELA MURGIA IL CAMPIELLO 2010 CON IL ROMANZO ACCABADORA (Einaudi 2009)Vi riportiamo una intervista di Bruno Quaranta tratta da Lettaritudine di Massimo Maugeri(Amico da sempre del Circolo Culturale Mario Luzi)A Michela gli auguri sinceri del nostro Circolo per nuovi e più importanti successi!
recensione di Bruno Quaranta
BOLOGNA - 4 SETTEMBRE 2010 - PAROLE IN CIRCOLO - - da Salvatore Armando Santoro
INCURSIONI POETICHE:
"CONTASTORIE di Ieri e di Oggi"
Ospite di "Un Volo Nel Passato", L'ass. Cult. VIA DE'POETI proporrà testi e storie dagli anni 50 ad oggi con:
Massimiliano Chiamenti, Andrea Trerè, Bartolomeo Terranova, Jonny Rizzi e tanti altri scrittori, poeti, musicisti ed artisti. Per chi vuole partecipare alle letture: postapoeti@libero.it, tel. 340 3479570, e.. abbigliamento anni 50 !..
Sabato 4 settembre, dalle ore 18,oo alle 24,oo
SASSOMOLARE di Castel D'aiano, Bologna
Ingresso Libero, Cucina Tipica, Rievocazione dei mestieri e delle situazioni anni '50 e tanto altro ancora!
Per info: tel. 3403479570 mail: postapoeti@libero.it, lupoangel@fastwebnet.it
Domenica 12 settembre, ore 16 / I protagonisti della finalissima del 22 luglio vi sorprenderanno con particolarità ed aneddoti. Sono aperte le iscrizioni al Campionato Nazionale di Poesia Orale per decretare e scegliere il rappresentante italiano al Campionato Europeo di Poetry Slam del 15 dicembre a Reims, Francia. Per chi vuole iscriversi: postapoeti@libero.it, tel. 340 3479570 FLORA MEDITERRANEA A TAURISANO - Musica, Pittura, artigianato e Poesia - da Salvatore Armando Santoro 3-4 SETTEMBRE 2010 A TAURISANOARTE E POESIA INSIEMENEI GIORNI 3 E 4 SETTEMBRE, CON INIZIO ALLE ORE 20, SI SVOLGERA' UNA INTERESSANTE ED ORIGINALE MANIFESTAZIONE ARTISTICA E CULTURALE IN PIAZZA CASTELLO A TAURISANO (LE) CHE METTERA' INSIEME DIVERSE DISCIPLINE DALLA PITTURA, ALLA MUSICA, ALLA POESIA.
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Italiani detenuti all'estero |
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Negli ultimi tempi si riparla sulle agenzie di Italiani detenuti all'estero, il motivo scatenante e' la morte in prigione di Daniele Franceschi, e' davvero triste poter pensare che per far parlare di questo problema e' necessario che un qualche nostro connazionale ci lasci le penne. - evitiamo di pubblicare qui gli attacchi, e non per difendere il ministro Frattini, ma perche' pensiamo che non si debba inveire contro le istituzioni solo quando succedono tragedie, anzi, piu' che intervenire contro, sarebbe necessario che ogniuno di noi e sopratutto i politici dovrebbero intervenire per aiutare i nostri connazionali detenuti all'estero e le loro famiglie quindi perdonate se non riprendiamo tutto l'articolo pubblicato su Rai news24 ma solo quanto ci interessa Lo Staff di Prigionieri del silenzio Da Rai news24 fatti "Comunico queste notizie - prosegue Frattini - per rispondere alla legittima esigenza dell`opinione pubblica di essere tenuta informata su una vicenda che ha destato non solo grande dolore ma anche forte preoccupazione nel nostro Paese". I numeri A questa data, il maggior numero di reclusi (2.428, l'83,5% del totale: 1.502 condannati e 926 in attesa di giudizio o estradizione) si trova in carceri europee, 384 nelle Americhe, 55 in Asia e Oceania, 35 tra Mediterraneo e Medio Oriente, 3 nell'Africa sub-sahariana. In Europa, i Paesi che ospitano il maggior numero di nostri connazionali detenuti sono la |
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Le altre nostre news
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Detenuti italiani all'estero: abbattiamo il muro di gomma |
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In realtà però, non tutti riescono a tirare fuori il coraggio per condannare queste angherie, in primis il Governo Italiano, più volte chiamato come alleato nella nostra lotta contro le vessazioni che colpiscono i nostri connazionali all’estero, Italiani nel mondo, chiamate che non hanno mai avuto delle risposte concrete. Sappiamo però di non essere soli in questa battaglia. Sappiamo che le nostre grida d’aiuto saranno accolte dai molti che come noi hanno sete di giustizia. |
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Pagani - 26 Settembre 2010 - Rappresentazione dell'Arechi II° di F. Pastore - da Salvatore Armando Santoro
QUANDO LA STORIA SI FA SPETTACOLO
Nel contesto dei festeggiamenti in onore dei Santi Martiri, domenica 26 settembre, nella piazza Corpo di Cristo, in Pagani, alle 20,30, verrà rappresentato il dramma storico di Franco Pastore ARECHI II.
L’opera, la prima di cinque, inizia un discorso di apertura verso gli avvenimenti della dominazione longobarda e normanna, così significativi nello sviluppo socio-culturale del meridione. Seguiranno successivamente:
Guaimario IV, Sichelgaita, La battaglia della Carnale e Roberto il Gui-scardo. La realizzazione della rappresentazione si avvale della direzione artistica e della regia di Gaetano Stella e Matteo Salsano, con la scenografia di Luciano Cappiello.
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LA QUOTA DI ISCRIZIONE SARA' UNA RISORSA POSITIVA PER LA PROGRAMMAZIONE DELLE ATTIVITA' DEL CIRCOLO E LA CORRISPONDENTE SOMMA POTRA' ESSERE DEDOTTA DALLA QUOTA DI LETTURA RICHIESTA A COLORO CHE PARTECIPERANNO ANNUALMENTE AL BANDO LETTERARIO.
Salvatore Armando Santoro - Presidente
1) L'Associazione






Si può ragionare anche così intorno alla letteratura italiana dei nostri giorni. Le occorrerebbe uno sguardo presbite per raggiungere o, almeno, sfiorare la riva. Là dove guardare, vedere lontano, significa - alla lettera - andare a’ rebours, scavare nel tempo, calare il secchio nel pozzo. Quando sussisteva l’identità geografica e storica, rispetto all’odierno apolide errare. Non si tratta di essere ossessionati dalle tradizioni e dalla storia, come lamenta un musicista di Ishiguro. Ma l’ambizione di approdare a un mondo, sia pure in fieri, e di riconoscerlo, questo sì. Come il Renzo manzoniano, a cui «il lume del crepuscolo fece vedere il paese d’intorno». Il paese è Soreni, in Sardegna (immaginario il paese, reale la Sardegna degli Anni Cinquanta, ammantata di un atavismo su cui già incombevano o volteggiavano i tempi moderni: i jeans, la televisione, il tailleur pied-de-poule a insidiare le lunghe gonne e lo scialle sulle spalle. Il lume lo regge Michela Murgia (nella foto), trentasettenne, originaria di Cabras, al secondo passaggio einaudiano dopo aver modellato Undici percorsi nell’isola che non si vede, il primitivismo che sfarina i paesaggi di cartapesta, spezzetta le cartoline, cestina le megalomanie hollywoodiane. Voce tra le voci che l’isola ha nelle ultime stagioni allevato, Michela Murgia. Ma con un timbro nitido, al riparo del vento imitatorio. Stilisticamente, almeno (e per esempio), la sua officina è assai lontana dalla Barbagia di Salvatore Niffoi. La lingua che cuce Accabadora non è oracolare (o, se lo è, lo è carsicamente), né le si chiede lo spasimo del mimetismo, l’avvoltolamento smisurato nei suoni indigeni. L’Accabadora - una sarta, Bonaria Urrai - è la parca che nottetempo recide il filo della vita con un filo di fumo, mai, o quasi, dubitando «di non essere capace di distinguere tra la pietà e il delitto». Una figura mitica tra le diverse di Michela Murgia (come Chicchinu Bastiu, il vecchio cieco che «sentiva nell’aria l’odore dell’uva pronta a far mosto»), una «musa notturna» di Esiodo, un traghetto acheronteo verso il luogo dei «senza nome». Non c’è peccato nel suo agire, è al di là del bene e del male, semplicemente spalanca la via alla dignità che è il medicamentoso oblio di sé. Di metafora felice in grano sapienziale, verso «le implicanze oscene della verità» avanza Accabadora. Perché, infine, Maria, fillus de anima, figlia adottiva di Tzia Bonaria, vedova di un promesso sposo morto in guerra, capirà quale creatura fatale l’aveva accolta. Inseguendo quindi un’ulteriore vita come bambinaia a Torino, là, dove «nessuno si sarebbe preso la briga di disegnare strade così dritte, se non avesse avuto molta paura», meritando la confidenza di un terribile segreto che la restituirà alla Sardegna. D’altronde, si interrogherà, interrogherà: «Me ne sono andata mai?». Al capezzale di Bonaria Urria colpita da «un’ittus», Maria si scoprirà - diverrà - carnalmente «fillus» , aureolata dalla verità (dalla necessità) «che ci sono cose che si fanno e cose che non si fanno». Leggi scritte e leggi non scritte (come il sofocleo dare sepoltura): un’altalena, una tenzone, una casistica millenaria, sino ad Accabadora. «Quel che deve avvenire - come sapeva (e rispondeva) lo scrittore e giurista Salvatore Satta, conterraneo di Michela Murgia -, avviene senza rimedio, senza che Dio ci possa fare nulla». Si vorrà forse credere che siano onnipotenti, onniscienti, i codici umani?









